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la casa nel bosco | pura

2016 – 2019

Nel febbraio del 2016 siamo stati contattati via mail dai clienti, il messaggio conteneva, innanzitutto, un complimento riferito ad un lavoro di trasformazione di una vecchia casa sul fiume, a Ponte Cremenaga progettato e realizzato da noi nel 2009. I committenti stavano valutando l’acquisto di una casa a Locarno, e grazie alla buona referenza del progetto ammirato, avevano deciso di contattare il nostro studio per chiedere una proposta di ammodernamento della proprietà a cui erano interessati.
Subito lusingati dal messaggio inaspettato, scritto in perfetto italiano ma che mal celava una provenienza estera, il nome del mittente ne dava conferma, la nostra curiosità era alle stelle.
In breve tempo i nostri nuovi clienti hanno optato per la ricerca di un terreno dove costruire una casa nuova.
Avevano già esperienza.
Al primo incontro in ufficio, si sono presentati, due cortesissimi signori, polacco lui, maltese lei, con un carico emotivo che ci hanno subito trasferito raccontandoci la loro “storia di progetti passati”.
Avevano preparato una vera e propria presentazione per noi, per farci capire cosa avevano vissuto architettonicamente e cosa cercassero per il loro futuro. Questo progetto, sul nascere, avrebbe dovuto essere definitivo. la quindicesima casa avrebbe dovuto essere quella giusta.
La prima immagine del powerpoint era un panorama mozzafiato sul lago di Lucerna e la splendida catena montuosa sullo sfondo. Il marito ha cominciato cosi la loro storia, la moglie annuiva di fianco avvalorando ogni parola scandita e carica di emozione. Gli occhi, molto espressivi, e i silenzi di Lei lasciavano alle parole di Lui la traduzione verbale delle fatiche trascorse e rendevano noi spettatori di un processo che sarebbe diventato magico.
CI hanno raccontato di quanto velocemente si innamorarono della vista, e quanto questo colpo di fulmine sia stato incentivo per progettare lì la loro casa. Ma non si sono limitati a volerla costruire lì, davanti a quell’incredibile meraviglia, l’hanno voluta interamente trasparente, in modo da non perdersi nemmeno un minuto della visione che li aveva tanto conquistati.
Mossi dalla momentanea passione, tuttavia, non avevano valutato quello che loro stessi hanno definito in seguito, l’effetto acquario di una casa cosi progettata. Erano stanchi e frustrati, questa casa non rispettava le esigenze del loro modo vivere, si sentivano in vetrina. Quello che avrebbe dovuto essere un sogno, si era trasformato in un incubo piuttosto velocemente.
La loro richiesta era quindi quella di aiutarli, come prima cosa, nel trovare un terreno senza vista e senza sole, intimo. Per noi una tale richiesta era un unicum. La cosa si è fatta subito stimolante, avendo poi avuto diverse esperienze abitative, erano molto saggi, sapevano cosa desideravano e cosa assolutamente no, avevano già una lista, corredata di immagini e suggestioni, delle cose che ritenevano indispensabili. Per noi la sfida è stata subito accattivante, una lista di desiderata molto chiara, con paletti più o meno definiti, sulla base di un’inconsueta esperienza che rendeva il tutto straordinariamente nuovo, un background di aspettative concettuali e pratiche da soddisfare.

Alla fine dell’estate il terreno possibile per questa casa era stato trovato.
Un terreno difficile, sotto al livello della strada cantonale di Pura, molto pendente, rivolto a nord-est, la cui unica vista era sul bosco, e ben poco visibile da ogni punto di arrivo. La privacy era garantita. Le premesse erano perfette. Il progetto poteva partire. “La casa nel bosco” poteva finalmente prendere forma.
La prima suggestione che il terreno ha trasmesso al team dueA è stata tradotta al cliente in un’immagine che volesse trasmettere in modo emozionale il concept base di nascita del progetto, come è per noi consuetudine fare agli albori del processo creativo.
L’immagine scelta era “La firma in bianco” di Magritte. Per tutto l’iter progettuale abbiamo trovato clienti eccezionali, rispettosi dell’impegno architettonico e rispettosi dell’identità stessa della casa, quasi avessero capito, insieme a noi, che il progetto parlasse da sé, noi architetti cercavamo solo di interpretare e affinare quella che da subito il progetto stesso palesava.

Il progetto ha voluto regalare loro la bellezza intima del bosco. Sembra non esserci un confine tra interno ed esterno. il bosco è dentro la casa, la casa è dentro al bosco. La casa è un caleidoscopio, cattura, frammenta e ricuce il tutto in un collage di naturale e artefatto, dove il tempo e le stagioni sottolineano la vita, cambiano i colori, le luci, le atmosfere. Un ambiente amico in cui stare a contemplare l’opera d’arte naturale e vivente che era lì da tempo immemore in attesa di essere ammirata.
Un luogo aspro e inospitale all’occhio distratto di chi non aveva gli strumenti per guardare: “cosa state costruendo in quel fosso? Un acquedotto?” Quante volte ce lo siamo sentito chiedere… E invece no.
Con Loro abbiamo vinto la scommessa. La casa giusta. La quindicesima. L’ultima a detta loro. Dall’interno l’ostilità del luogo è impercettibile. Ci si sente sospesi a mezz’aria, spettatori del magico spettacolo della natura con il sole che scandisce luci e ombre, mentre il vento e il ruscello sono protagonisti dello spazio sonoro. Tutti a concorrere in armonia al “premio al coraggio”: il premio per aver visto qualcosa che nessuno prima aveva visto.

crediti
simone mengani (fotografo)

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