2017 – 2018
Il luogo dell’intervento si presenta come una superficie pavimentata in asfalto con delle porzioni, di forma organica, riempite di ghiaia e terra, che assolvono alla funzione di smaltimento delle acque meteoriche.
Il progetto prende formalmente spunto dal concetto spaziale e funzionale originario, andando però a consolidarlo e rendendolo più funzionale alle esigenze d’uso.
Sulle forme realizzate nella pavimentazione, verranno infatti ricalcate delle vasche realizzate in metallo che, a dipendenza della loro ubicazione e delle necessità funzionali dello spazio che le ospita, avranno forma, dimensione e altezza diverse. Integrate alle vasche, come fossero panni appoggiati, trovano spazio le sedute, pensate come libera interpretazione delle panchine storiche della città, ma realizzate con lo stesso materiale della facciata dello studio foce. Le superfici libere dai sedili, verranno invece piantumate a verde.
Materiali e tipologie unitarie, che rispondono a diverse esigenze. In corrispondenza dell’ingresso, una vasca a doppio livello sarà in grado di ospitare una grande quantità di posti a sedere utili a chi attende di poter entrare per assistere agli spettacoli.
Nella zona retrostante invece, diverse vasche più basse saranno funzionali al pubblico e ai fruitori del bar durante le pause e, in fondo, agli artisti che volessero uscire dal backstage.
Nella parte frontale del Foce, verso viale castagnola, le stesse vasche saranno luogo di aggregazione durante le pause delle attività del Foce stesso, oltre che parcheggio biciclette.
A completamento dell’arredo urbano principale, condividendone materiale e linguaggio, sono stati pensati dei cestini/posacenere.
crediti
simone mengani (fotografo)